martedì 19 novembre 2013

L'alluvione avvenuta in Sardegna é stato un fenomeno previsto e prevedibile

Il temporale in Sardegna che ha causato l'alluvione distruttiva è stato generato da una struttura Ciclonica che tecnicamente è denominata:  Sistema Convettivo a mesoscala di tipo V- Shapped. Un sistema di aria fredda proveniente dalla regione Artica, come spiega Alfonso Sutera, fisico dell’università la Sapienza, esperto di dinamica del clima.
Le drammatiche immagini dell’alluvione in Sardegna. Le foto del ciclone da satelliteQuanto costa assicurarsi contro i danni delle catastrofi naturali? Tratto da Focus. Video e Foto su YouReporter.it  
Anche la Sardegna è così a rischio idrogeologico?». Sì, lo è! In Sardegna, sono 306 i comuni a rischio di dissesto idrogeologico, vale a dire che rischiano veri e propri disastri sul proprio territorio legati a frane, smottamenti e altri fenomeni di questi tipo. Ciò corrisponde all’81% dei centri abitati dell’isola.

L'Etna la notte del 16 novembre 2013

Il Monte Etna fotografato da Antonello Cincotta il 16/10/2013 all'1:45.

Franano cinquanta mila metri cubi di roccia dal Monte Civetta nelle Dolomiti Bellunesi

Monte civetta prima delle frana a destra. Fotografia di F. Bristot Rufus prelevata dal sito Montagna.tv
Foto del Cnsas Veneto. Fotografia prelevata dal sito Montagna.tv
 
Foto del Cnsas Veneto.  Fotografia prelevata dal sito Montagna.tv
Una frana di grandi dimensioni si è staccata dal versante nord ovest del Monte Civetta, nelle Dolomiti bellunesi.

martedì 12 novembre 2013

Il contributo dei raggi cosmici, dell'attività solare e delle nubi nel XX secolo é stato inferiore al 10 per cento

Raggi Cosmici e Attività Solare, Università del Delaware.
Un articolo pubblicato su Scientific American, Cosmic Rays Not Causing Climate Change chiarisce, fornendo le prove, come la correlazione tra i raggi cosmici, le nubi, l'attività solare e il riscaldamento globale sia minima.

sabato 9 novembre 2013

Ko Tapu, l'isola di James Bond

Foto scattata il 26 Agosto del 2013 da Enver Murad. Fonte: Earth Science Picture of the Day: Ko Tapu (James Bond Island).
Ko Tapu è una roccia calcarea conica situata nel Mare delle Andamane (Ao Phang-nga National Park ), a nord est di Phuket, in Thailandia.

venerdì 1 novembre 2013

Geologia della Sardegna

 
 




 La geologia della Sardegna - 84° Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana, Sassari 15-17 settembre 2008 ISPRA - Ambiente.

giovedì 31 ottobre 2013

Scoperto un pianeta roccioso di dimensioni simili alla Terra che dista 700 anni luce

Questa illustrazione confronta la Terra con il Pianeta Kepler- 78b che risulta di circa il 20 per cento più grande rispetto alla Terra e il 70 % più massiccio. Kepler- 78b sfreccia intorno alla sua stella ogni 8,5 ore, il che lo rende un inferno ardente. Fonte: David A. Aguilar (CFA ). Riferimento: NASA  Scientists Discover the First Earth-Sized Rocky Planet.
Gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta di dimensioni simili alla Terra, al di fuori del sistema solare, che ha una composizione rocciosa come quella del Pianeta in cui viviamo. Kepler- 78b Sfreccia intorno alla sua stella ogni 8,5 ore, il che lo rende un inferno di fiamme non adatto per la vita come noi la conosciamo. I risultati sono pubblicati in due articoli sulla rivista NatureAn Earth-sized planet with an Earth-like density e A rocky composition for an Earth-sized exoplanet.

mercoledì 30 ottobre 2013

Il vulcano di Yellowstone ? E' più pericoloso di quanto stimato, ma non a causa di un eruzione

La Caldera di Yellowstone raffigurata dal National Park Service. Il Vulcano di Yellowstone descritto dall'USGS - Yellowstone Volcano Observatory.
Riferimento: Nature Large magma reservoir gets bigger. 
Il serbatoio di roccia fusa scoperto sotto il Parco Nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti è più grande di quanto si pensasse. Nonostante questo, gli scienziati  affermano che il rischio più elevato del parco icona, non è rappresentato da una eruzione vulcanica, ma da un terribile terremoto.

domenica 27 ottobre 2013

Le prove sull'esistenza dell'accelerazione cosmica e dell'energia oscura

Questa illustrazione mostra tre possibili futuri scenari dell'Universo. Three Possible Future for the Universe - (Credit: NASA/CXC/M.Weiss).
Nel 1998 due gruppi di astronomi affermarono che la luce proveniente da lontane supernove di tipo IA, che esplosero miliardi di anni fa, è inspiegabilmente debole. La migliore spiegazione di questo è che sono più distanti di quanto inizialmente pensato, il che implica che l'espansione dell'universo non sta rallentando come previsto, ma accelerando. Negli anni che seguirono, questo risultato sorprendente venne confermato da studi più approfonditi sulle supernove di tipo IA, così come dalla prova indipendente sull'esistenza degli ammassi di galassie, della distribuzione su larga scala delle galassie e dalla radiazione cosmica di fondo. La spiegazione principale fornita per chiarire  l'accelerazione cosmica è riconducibile all'esistenza dell'energia oscura, una forma ipotetica di energia che permea tutto lo spazio ed esercita una pressione negativa, aumentando la pressione che determina una sempre più crescente espansione dell'universo. L'effetto dell'energia oscura è ridotto per oggetti come le galassie e le stelle, ma è fondamentale per la comprensione della struttura su grande scala dell'Universo. Supernova di tipo IA
Le supernove di tipo Ia sono prodotte quando una stella (in questo caso una nana bianca), esplode perché diventa instabile a causa dell'accrescimento causato dall'eccessiva materia ricevuta da una stella compagna, o, più raramente, dalla fusione con un'altra nana bianca. Poiché il valore massimo della massa di stabilità per una nana bianca è di circa 1,4 masse solari, la maggior parte delle supernove di tipo Ia producono circa la stessa quantità di luce.
Supernova 2001el (Lawrence Berkeley National Lab)
 

 


 
 
Questa proprietà le rende estremamente utili come indicatore di distanza. Negli ultimi anni supernove di tipo Ia sono state utilizzate in questo modo per determinare l'accelerazione dell'espansione dell'universo. Le supernove di tipo Ia, distanti 5 miliardi di anni luce, vengono osservate sistematicamente apparendo più oscure di quanto lo sarebbero se espansione dell'universo stesse decelerando come era stato previsto, a causa della forza di gravità. L'evidenza indica che l'espansione è stata osservata a causa dell'accelerazione degli ultimi 5 miliardi di anni. Una serie di misurazioni sulle supernove lontane effettuate negli ultimi dieci anni, hanno rafforzato la teoria dell'esistenza dell'accelerazione cosmica e implicitamente, dell'energia oscura.                                                            Emissione di Raggi-X da ammassi di galassie - Lo studio sull'emissione di raggi X dagli ammassi di galassie ha dimostrato di essere un'ottima tecnica per la raccolta di prove sull'esistenza dell'energia oscura. Un metodo, chiamato la "crescita della struttura", si basa sull'osservazione di come il numero di gruppi - i più massicci oggetti legati gravitazionalmente nell'universo - vari con il tempo. I dati di Chandra forniscono stime ad alta qualità sulla massa dei gruppi, in funzione del tempo, che possono essere confrontati con le previsioni dei modelli di espansione dell'universo, con e senza l'energia oscura. I risultati sono coerenti con le conclusioni dai dati delle supernove.
 
Tecnica di misurazione della distanza effettuata con i Raggi X.
 

 

 
Un altro approccio utilizza i dati di Chandra per determinare il rapporto del gas caldo della materia oscura presente all'interno degli ammassi. Le simulazioni dei gruppi al computer indicano che questo rapporto dovrebbe essere quasi costante nel tempo. L'unico modello per l'universo in espansione che riproduce questo risultato è uno che contiene una quantità di energia oscura coerente con le altre tecniche. Radiazioni di fondo a Microonde (radiazione fossile) e grandi strutture cosmiche - La Radiazione di fondo a Microonde (CMB) Radiazione Cosmica, il bagliore residuo del Big Bang, che si rileva nello spazio é estremamente uniforme. Tuttavia, le variazioni di temperatura molto piccole o fluttuazioni (in parte per milione di livello), sono state rilevate con la sonda Wilkinson Microwave Anisotropy (WMAP) e da altri telescopi. Queste fluttuazioni sono dovute a gruppi di materia che hanno una densità leggermente superiore o inferiore rispetto alla media. La crescita di questi grumi dipende da variabili come il tasso di espansione dell'universo e dalla velocità con cui le onde sonore viaggiano, che a loro volta dipendono dalla densità della massa-energia e dalla composizione dell'universo. Le oscillazioni dovute a queste onde sonore si presentano come un modello sottile nella scala delle fluttuazioni del CMB. Le misurazioni estremamente accurate delle fluttuazioni di WMAP indicano che la quantità di energia oscura richiesta è coerente con i risultati della supernova e con gli studi sui cluster (gruppi). L' onda sonora del modello rimane impressa sulla distribuzione della materia, e si presenta nella distribuzione delle galassie formatesi centinaia di milioni di anni più tardi.
La quantità della materia oscura nell'universo rilevata prima della formazione delle galassie può essere determinata da uno studio sulle fluttuazioni (aree blu e rosso brillante) nella radiazione cosmica di fondo. (Riferimento: NASA/WMAP)
 
Lente gravitazionale debole
La curvatura gravitazionale della luce da parte delle galassie e degli ammassi di galassie distorce o taglia le immagini delle galassie lontane. Le analisi di questa distorsione possono rivelare la quantità di materia oscura e la sua distribuzione nel tempo da misurare. Questa informazione può essere combinata con i modelli teorici per l'influenza dell'energia oscura sulla crescita della struttura per dimostrare che la quantità di materia oscura e dell'energia oscura è coerente con le altre misurazioni.
La prova diretta della materia oscura rilevata dalla NASANASA Finds Direct Proof of Dark Matter.
              Età dell'Universo - Un confronto tra l'età dell'Universo dedotto dal tasso di espansione dell'Universo con l'età indipendente fornisce una stima importante sulla quantità di energia oscura che guida l'accelerazione dell'espansione. Le età delle stelle più vecchie conosciute forniscono l'età dell'Universo, che quindi risulta tra i 12 e i 15 miliardi anni, che è ancora una volta coerente con le stime sulla quantità di materia oscura e dell'energia oscura.
L'età dell'Universo. Riferimento: Cosmic Timeline Illustration 
*Riassunto: Bilancio dell'Energia dell'Universo - Una vasta gamma di osservazioni astronomiche ha portato ad un quadro coerente in cui dal 4 al 5% del bilancio della massa-energia dell'Universo è normale (barionica), costituita da protoni e neutroni, dal 21 a 24% è materia oscura, i valori compresi tra il 71 al 74% sono attribuibili all'energia oscura.
  
Riferimento: EVIDENCE FOR COSMIC ACCELERATION AND DARK ENERGY - CHANDRA X- Ray Observatory.
 


venerdì 25 ottobre 2013

Un ricercatore dell'INGV spiega la storia dei terremoti in Italia

Franco Mele descrive l'attività sismica in Italia partendo dai terremoti storici per finire con gli ultimi anni di dati strumentali rilevati dalla Rete Sismica Nazionale. Guarda i due video dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in basso: 1) Terremoti in Italia - Parte 1: La storia   2) Terremoti in Italia Parte 2: Le sequenze sismiche  

 

mercoledì 23 ottobre 2013

CHANDRA osserva per la prima volta rapide variazioni di una Stella di Neutroni

Riferimento: CHANDRA X - Ray Observatory  IGR J18245-2452: Neutron Star Undergoes Wild Behavior Changes
Queste due immagini effettuate dal Chandra X - ray Observatory della NASA mostrano un grande cambiamento della luminosità di una stella di neutroni, o pulsar, in rapida rotazione, avvenuto tra il 2006 e il 2013. La stella di neutroni - il residuo estremamente denso lasciato da una supernova -  descrive un orbita stretta attorno a una stella di massa ridotta. Questo sistema di stelle binario denominato, IGR J18245 -2452 è un membro del gruppo globulare M28.

Baia delle Zagare, Mattinata (FG), Gargano, Puglia

 © Fotografia e Copyright di Gianni Pofi
 
 

Rocce striate dell'Hirnantiano (Ordoviciano superiore), in Arabia Saudita Centrale

Le strie sono dovute allo spostamento della calotta polare dell'emisfero australe; la distribuzione e la direzione delle striature permette di stabilire la geometria e i movimenti della calotta polare. Associate alla glaciazione, le arenarie dell'Ordoviciano superiore in Africa del Nord e in Arabia Saudita sono imponenti reservoir di idrocarburi. Fotografia e descrizione di Marco Vecoli.

Infografica del Met Office sulle diverse tipologie delle formazioni nuvolose

Per aiutare a identificare i diversi tipi di nuvole presenti nell'atmosfera l'Istituto meteorologico inglese Met Office ha realizzato un utile infografica "Cloud Types and pronunciations".

mercoledì 25 settembre 2013

Il riscaldamento globale é stato interrotto dal raffreddamento naturale della temperatura dell'oceano Pacifico equatoriale

 
Serie temporale della media annuale effettuata sulla base delle osservazioni, HIST e Poga-H (a) e su Poga-C (b). Le anomalie sono le deviazioni dalle medie tra il 1980-1999, fatta eccezione per HIST, in cui il relativo riferimento è la media 1980-1999 di Poga-H. Le anomalie SAT sulla regione di ripristino vengono tracciate in b, nell'asse a destra. Le maggiori eruzioni vulcaniche sono indicate con la b, le tendenze della temperatura globale stagionale per il 2002-2012, le osservazioni di Poga-H. rappresentano un intervallo con una percentuale di precisione del 95%. A destra sono raffigurati gli intervalli della temperatura insieme alle medie del 2002-2012. Riferimento: Nature Figures and tables index From "Recent global-warming hiatus tied to equatorial Pacific surface cooling".
Nonostante il continuo aumento delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera, la temperatura media annuale globale del ventunesimo non è aumentata, sfidando l'opinione prevalente che il forcing antropogenico sia la causa primaria del riscaldamento climatico.

lunedì 23 settembre 2013

I dati satellitari dimostrano che il riscaldamento globale é causato dall'uomo

I ricercatori hanno dimostrato tramite i dati satellitari che il riscaldamento globale è di natura antropica. Questo grafico mostra le "impronte digitali", sia artificiali che naturali, sulla struttura verticale dell'atmosfera. I cambiamenti artificiali come l' aumento della produzione di gas ad effetto serra determinano un raffreddamento della stratosfera e un riscaldamento della strato superiore della troposfera. Il nuovo studio suggerisce che l'influenza naturale del Sole non causa questi cambiamenti di temperatura. Fonte: Phys.org "Researchers claim satellite data proves global warming caused by humans"
Un gruppo di climatologi provenienti dagli Stati Uniti, Australia, Canada e Norvegia, rivendicano, in un documento pubblicato sulla rivista PNAS: "Human and natural influences on the changing thermal structure of the atmosphere", di aver trovato la prova che il riscaldamento globale è causato dall'uomo, basando le loro affermazioni tramite delle simulazioni effettuate al computer, ricavate dalle osservazioni satellitari effettuate nell'arco di tre decenni.

lunedì 29 luglio 2013

Tipi di fulmine, come e perché si generano

Immagine con le relative spiegazioni, prelevata da Wired "In the Strike Zone: What Lightning Teaches Us".
Prima di tutto bisogna analizzare la genesi delle cariche all'interno delle nuvole. Le differenze di carica si formano per lo scontro, dentro il cumulonembo temporalesco, tra cristalli di ghiaccio che salgono e chicchi di grandine che precipitano verso il basso.

venerdì 19 luglio 2013

Una ridotta attività solare non rappresenta l'inizio di una Mini Era Glaciale

Riferimento: New Scientists "What's wrong with the sun?"   
Tutti coloro che ipotizzano un influenza della moderata attività solare sul riscaldamento globale planetario avranno una delusione. Un articolo pubblicato l'11 luglio del 2013 sulla rivista New Scientists dal titolo "Sun's quiet spell not the start of a mini ice age", spiega che il recente ciclo di moderata attività solare non rappresenta l'inizio di una pluridecennale assenza di macchie solari che potrebbe raffreddare il clima sulla Terra.

mercoledì 3 luglio 2013

Influenze antropiche sul Ciclo dell'Acqua

Cos'è il ciclo dell'acqua? Si può facilmente rispondere: "presente" dappertutto! Il ciclo dell'acqua, noto comunemente anche come ciclo idrologico, descrive l'esistenza ed il movimento dell'acqua sulla, nella e al di sopra della Terra. L'acqua della Terra è sempre in movimento e cambia stato continuamente, da liquido a vapore a ghiaccio, in tutti i modi possibili. Il ciclo dell'acqua lavora da miliardi anni e tutta la vita sulla Terra dipende da esso; senza di esso la Terra sarebbe un bel posto piatto e noioso dove vivere.Da dove viene tutta l'acqua della Terra? La Terra primordiale era un globo di magma, ma i magmi contengono una notevole quantità di acqua. L'acqua liberata dei magmi come vapore cominciò a raffreddare l'atmosfera e la superficie terrestre fino al punto di poter restare in superficie in forma liquida. L'attività vulcanica continuò e continua a liberare acqua nell'atmosfera, incrementando le masse d'acqua superficiali e profonde. Inoltre, ogni reazione chimica produce acqua. Riferimento: USGS: Il ciclo dell'acqua The Water Cycle, Italian.
Riferimento: Water Cycle - NASA Earth Science 
Il ciclo idrologico globale è una componente chiave del sistema climatico terrestre. Una quantità significativa di energia che la Terra riceve dal Sole viene ridistribuita in tutto il mondo per il ciclo idrologico sotto forma di calore latente (flux1).

lunedì 24 giugno 2013

Evoluzione dello pterosauro Caulkicephalus trimicrodon

Lo sharovitterige (gen.Sharovipteryx) era un rettile vissuto in Russia nel Triassico, 210 milioni di anni fa. Il suo nome significa "ala di Sharov", in onore al paleontologo Aleksandr Grigorevich Sharov che trovò per primo i fossili di questo piccolo ma bizzarro animale. Lungo poco più di una mano, questo rettile fin dal suo ritrovamento ha suscitato scalpore per la sua straordinaria caratteristica: quattro "ali" di cui le posteriori molto grandi, a differenza delle anteriori che erano invece molto piccole. A causa della somiglianza con essi, spesso viene indicato come un antenato degli pterosauri, ma ciò è ancora sotto discussione. Comunque sia, si doveva comportare in maniera molto simile al più noto Microraptor, anch'esso munito di quattro "ali": posandosi sull'estremità di un ramo, aspettava che un insetto passasse per poi inseguirlo planando fino a terra. Una volta terminato il pasto, usava gli artigli delle zampe per scalare un altro albero e ripetere la stessa procedura, fino a quando si fosse saziato. Riferimento: Wikipedia

Evolution of Caulkicephalus trimicrodon di Michael Keesey su Flickr 
Il caulkicefalo (Caulkicephalus trimicrodon) era un rettile volante appartenente agli pterosauri. Visse nel Cretaceo inferiore (circa 120 milioni di anni fa) e i suoi resti sono stati ritrovati in Inghilterra.

sabato 22 giugno 2013

Nonostante l'estensione del ghiaccio marino l'Antartide continentale perde 250 gigatonellate di massa all'anno

Immagine prelevata dal NASA Earth Observatory Antarctic Sea Ice, che mostra a sinistra l'estensione del ghiaccio marino rilevata nel settembre del 2012 (il mese in cui raggiunge il picco dello scioglimento), e a destra l'estensione del ghiaccio marino rilevata nel febbraio 2013 (il mese in cui raggiunge l'estensione massima).  La linea gialla evidenzia l'estensione media del ghiaccio marino a settembre tra il 1979 e il 2000.

L'immagine, tratta dalla National Geographic raffigura il ghiaccio marino dell'Antartide al 26 settembre 2012. Illustrazione per gentile concessione di Jesse Allen, EO/NASA/NSIDC.




La National Geographic in un articolo: "Antartide, mai così tanto ghiaccio: ma è una buona notizia?" ha trascritto l'intervista realizzata a Eric Rignot, ricercatore della NASA e professore alla UC Irvine, ponendogli la domanda sull'aumento del ghiaccio marino e cosa implica l'innalzamento globale dei mari, alimentato dallo scioglimento dei ghiacci.

venerdì 21 giugno 2013

Geologia della fossa delle Marianne

E' la fossa oceanica più profonda del mondo (il punto più profondo raggiunge i 10.994 m.), situata a Nord-Ovest dell'Oceano Pacifico e delle Isole Marianne dalle quali prende il nome.

giovedì 20 giugno 2013

INGV e Università di Napoli confermano la correlazione fra attività estrattive e sismicità indotta nella Geotermia

 
          
Martedi 5 Febbraio 2013 
"L'esplorazione del sottosuolo finalizzata alla produzione di energia tramite lo sfruttamento del calore interno della terra (l'energia geotermica), ha comportato in alcuni casi un aumento del rischio sismico": questo è quanto stabilito dallo studio condotto da Vincenzo Convertito, ricercatore INGV, Nils Maercklin, Nitin Sharma e Aldo Zollo, Docente di Sismologia presso l'Università Federico II di Napoli, e pubblicato sul Bulletin of the Seismological Society of America.