lunedì 24 giugno 2013

Evoluzione dello pterosauro Caulkicephalus trimicrodon

Lo sharovitterige (gen.Sharovipteryx) era un rettile vissuto in Russia nel Triassico, 210 milioni di anni fa. Il suo nome significa "ala di Sharov", in onore al paleontologo Aleksandr Grigorevich Sharov che trovò per primo i fossili di questo piccolo ma bizzarro animale. Lungo poco più di una mano, questo rettile fin dal suo ritrovamento ha suscitato scalpore per la sua straordinaria caratteristica: quattro "ali" di cui le posteriori molto grandi, a differenza delle anteriori che erano invece molto piccole. A causa della somiglianza con essi, spesso viene indicato come un antenato degli pterosauri, ma ciò è ancora sotto discussione. Comunque sia, si doveva comportare in maniera molto simile al più noto Microraptor, anch'esso munito di quattro "ali": posandosi sull'estremità di un ramo, aspettava che un insetto passasse per poi inseguirlo planando fino a terra. Una volta terminato il pasto, usava gli artigli delle zampe per scalare un altro albero e ripetere la stessa procedura, fino a quando si fosse saziato. Riferimento: Wikipedia

Evolution of Caulkicephalus trimicrodon di Michael Keesey su Flickr 
Il caulkicefalo (Caulkicephalus trimicrodon) era un rettile volante appartenente agli pterosauri. Visse nel Cretaceo inferiore (circa 120 milioni di anni fa) e i suoi resti sono stati ritrovati in Inghilterra.

sabato 22 giugno 2013

Nonostante l'estensione del ghiaccio marino l'Antartide continentale perde 250 gigatonellate di massa all'anno

Immagine prelevata dal NASA Earth Observatory Antarctic Sea Ice, che mostra a sinistra l'estensione del ghiaccio marino rilevata nel settembre del 2012 (il mese in cui raggiunge il picco dello scioglimento), e a destra l'estensione del ghiaccio marino rilevata nel febbraio 2013 (il mese in cui raggiunge l'estensione massima).  La linea gialla evidenzia l'estensione media del ghiaccio marino a settembre tra il 1979 e il 2000.

L'immagine, tratta dalla National Geographic raffigura il ghiaccio marino dell'Antartide al 26 settembre 2012. Illustrazione per gentile concessione di Jesse Allen, EO/NASA/NSIDC.




La National Geographic in un articolo: "Antartide, mai così tanto ghiaccio: ma è una buona notizia?" ha trascritto l'intervista realizzata a Eric Rignot, ricercatore della NASA e professore alla UC Irvine, ponendogli la domanda sull'aumento del ghiaccio marino e cosa implica l'innalzamento globale dei mari, alimentato dallo scioglimento dei ghiacci.

venerdì 21 giugno 2013

Geologia della fossa delle Marianne

E' la fossa oceanica più profonda del mondo (il punto più profondo raggiunge i 10.994 m.), situata a Nord-Ovest dell'Oceano Pacifico e delle Isole Marianne dalle quali prende il nome.

giovedì 20 giugno 2013

INGV e Università di Napoli confermano la correlazione fra attività estrattive e sismicità indotta nella Geotermia

 
          
Martedi 5 Febbraio 2013 
"L'esplorazione del sottosuolo finalizzata alla produzione di energia tramite lo sfruttamento del calore interno della terra (l'energia geotermica), ha comportato in alcuni casi un aumento del rischio sismico": questo è quanto stabilito dallo studio condotto da Vincenzo Convertito, ricercatore INGV, Nils Maercklin, Nitin Sharma e Aldo Zollo, Docente di Sismologia presso l'Università Federico II di Napoli, e pubblicato sul Bulletin of the Seismological Society of America.

mercoledì 19 giugno 2013

Quanto sono affidabili le previsioni meteorologiche?

Il grafico mostra, dal giorno 1 al giorno 7 di previsione, la percentuale complessiva di successo nonché quella di false segnalazioni relativamente alla previsione oggettiva di pioggia a scala locale sul territorio nazionale. Gli andamenti percentuali mettono in luce come la previsione della variabile pioggia si renda piuttosto incerta dopo il 5° giorno di previsione in quanto, dopo tale scadenza temporale, detti valori percentuali tendono indiscutibilmente a controbilanciarsi.
“Che tempo fa?” è una domanda ricorrente che nel linguaggio comune è spesso riconducibile a “pioverà?” o meglio “pioverà quel dato giorno in quella località?”, ciò in quanto la pioggia è il fenomeno meteorologico che più vincola le nostre decisioni.

martedì 18 giugno 2013

Scoperta una nuova zona di subduzione nell'oceano Atlantico

Immagine fornita dal NOAA/NGDC, che mostra l'età della crosta oceanica dell'Atlantico. Un gruppo di geologi ha scoperto l'esistenza di una nuova zona di subduzione durante la mappatura del fondo dell'oceano Atlantico, questo indica che l'attività tettonica che si verifica lungo tutto il margine occidentale della placca apparentemente passiva nel Sud della Penisola Iberica, risulta in movimento. (Credit: Mr. Elliot Lim e il signor Jesse Varner, CIRES & NOAA / NGDC). Riferimento: ScienceDaily - New 'embryonic' subduction zone found.
Una nuova zona di subduzione scoperta al largo delle coste del Portogallo nell'oceano Atlantico segna l'inizio di un ciclo che determinerà l'avvicinamento dell'Europa continentale  all'America.

lunedì 17 giugno 2013

Rischio di inondazioni su scala globale a causa dei cambiamenti climatici

Riproduzione delle alluvioni storiche (linea nera) e simulazioni degli scenari futuri (linee colorate)
Variazione delle proiezioni stimate dei danni arrecati dalle esondazioni dei fiumi, con un periodo di ritorno di 100 anni tra il 2071-2100 e il 1961-1990. Riferimento: European Environment Agency, "Projected change in damage of river floods with a 100-year return period between 2071-2100 and 1961-1990".
Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change nell'Aprile 2015 "Anthropogenic contribution to global occurrence of heavy-precipitation and high-temperature extremes",  il 18 per cento di tutte le precipitazioni eccezionalmente intense e il 75 per cento delle ondate di calore che si verificano oggi sono attribuibili al riscaldamento globale di natura antropica. Ma se l'aumento delle temperature raggiungesse i 2 °C, l'uomo inciderebbe sugli eventi alluvionali estremi  fino al 40 per cento. Un clima più caldo potrebbe aumentare il rischio di alluvioni (1). Finora, solo pochi studi (2, 3) hanno effettuato delle proiezioni sui cambiamenti inerenti alle inondazioni che si verificheranno su scala globale. Nessuno di questi si è avvalso di modelli climatici. Alcuni studi realizzati a livello mondiale (4, 5) hanno iniziato a stimare l'esposizione alle inondazioni (popolazioni in aree potenzialmente inondabili) per un monitoraggio del rischio, senza considerare il futuro aumento delle temperature. Questa pubblicazione,"Global flood risk under climate change" apparsa su Nature nel giugno del 2013, valuta il rischio delle inondazioni che si potrebbero verificare su scala globale entro la fine di questo secolo sulla base dei risultati ottenuti tramite 11 modelli climatici. Un modello di studio è stato impiegato per calcolare la portata dei fiumi e l'eventuale area di inondazione (6). Un insieme di proiezioni realizzate valutando un tipo specifico di scenario (7), dimostra un notevole aumento della frequenza delle inondazioni nel Sud Est asiatico, India peninsulare, Africa orientale e nella zona centro-settentrionale delle Ande, con una piccola incertezza nella direzione del cambiamento. In alcune aree del mondo, tuttavia, la frequenza delle inondazioni dovrebbe diminuire. Un altro modello di proiezioni (7), rivela che l'esposizione globale alle inondazioni aumenterebbe a seconda del grado di riscaldamento, ma la variabilità interannuale della esposizione può comportare la necessità di un adattamento prima di un riscaldamento significativo.  Bibliografia:

martedì 11 giugno 2013

Pliosaurus kevani, il grande rettile marino del Giurassico superiore che popolava l'attuale Canale della Manica

Argilla marina nella Baia di Kimmeridge.

Raffigurazione artistica del Pliosaurus Kevani. 
Il Dr. Richard Forrest che assembla le mandibole del rettile marino.
Evoluzione della crescita del Pliosauro avvenuta dal Giurassico inferiore fino al Cretaceo superiore
Ipotetica ricostruzione della dentatura della parte destra.
Le mandibole del Pliosaurus Kevani fotografate insieme al pensionato Kevan Sheehan che le recuperate dopo cinque anni di scavi.

La freccia indica il luogo in cui è stato trovato il cranio fossile. 
I pliosauridi erano rappresentati da un gruppo di predatori longevo e cosmopolita che visse dal Giurassico medio fino all'inizio del Cretaceo superiore, (110 milioni di anni fa) nella superficie degli ecosistemi marini.

domenica 9 giugno 2013

Raffronto tra la Temperatura il Diossido di Carbonio e le Macchie Solari dal 1860 ad oggi

Riferimenti:
  1. (azzurro) Law Dome CO2 Data: ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/icecore/antarctica/law/law_co2.txt
  2. (blue) Mauna Loa CO2 data:http://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/co2_mm_mlo.dat
  3. (rosso) Temperature Data: http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/hadcrut3gl.txt
  4. (arancione) Sunspot data:http://sidc.oma.be/DATA/yearssn.dat. Fonte: Temperature, CO2 and Sunspots.
Riferimenti:
  • Hoyt, D. V., and K. H. Schatten (1998a). "Group sunspot numbers: A new solar activity reconstruction. Part 1.". Solar Physics 179: 189-219.
  • Hoyt, D. V., and K. H. Schatten (1998b). "Group sunspot numbers: A new solar activity reconstruction. Part 2.". Solar Physics 181: 491-512.
  • Stott, Peter A.; Gareth S. Jones and John F. B. Mitchell (15 December 2003). "Do Models Underestimate the Solar Contribution to Recent Climate Change". Journal of Climate 16: 4079-4093
  • Per maggiori dettagli: Sunspot Number.

    SMOS, il nuovo satellite dell'ESA che predice le inondazioni

    SMOS in orbita, immagine fornita dall'ESA.
    L'animazione realizzata dal satellite SMOS dell'ESA mostra i terreni umidi in azzurro ed i terreni asciutti in giallo. Riferimento: ESA: SMOS maps record soil water before flood.
    L'Europa centrale, nel maggio e nel giugno del 2013, ha subito una serie di inondazioni che non si verificavano da secoli, ora, i meteorologi sperano che SMOS - il satellite dell'ESA - contribuirà a migliorare l'accuratezza delle previsioni sulle future inondazioni.

    venerdì 7 giugno 2013

    Il Riscaldamento Globale non si é arrestato dal 1998

    In questo grafico del NASA Giss Surface Temperature Analysis, ho tracciato una linea considerando la media delle oscillazioni degli indici di temperatura registrati dal 1996 al 2012.
    Temperature rilevate a livello globale dal 1998 al 2014.
    Uno studio pubblicato su Science nel 2015 mostra un aumento della temperatura media globale, anche se inferiore al passato, quindi non possiamo parlare di arresto dell'AGW, ma di rallentamento. Riferimento: Here’s Why the Global Warming Hiatus Might Not Exist.

    Riferimento: Global Temperature Update Through 2012 - NASA  
    American Geophysical UnionNo, Global Warming Did Not Stop in 1998 | The Carbon BriefHas global warming stopped? | Skeptical Science: What has global warming done since 1998? | Berkeley Earth - Frequently Asked Questions:  Has Global Warming Stopped? | New Scientists:  Climate myths: Global warming stopped in 1998. The Carbon Brief: How to cherry-pick your 'Global warming has stopped' argument - in pictures. Secondo uno studio pubblicato su Science "Melting Glaciers, Not Just Ice Sheets, Stoking Sea-Level Rise" tutte le 19 regioni del mondo ricoperte da ghiaccio stanno perdendo la massa, ma i ghiacciai simbolo, che sono stati a lungo studiati dai glaciologi, stanno scomparendo più velocemente. In un articolo su Climalteranti dal titolo "La variabilità non è la tendenza, accid…", hanno argomentato ampiamente l'ipotetico arresto del riscaldamento (ad esempio qui e qui), inoltre la variabilità naturale determina oscillazioni negative e positive della temperatura media nel breve termine, pochi anni, ma questo non ha niente a che vedere con le osservazioni di climatologia, cioè quelle che si riscontrano a lungo termine nell'arco di 30 anni. Tuttavia, dobbiamo considerare anche altri importanti fattori di variabilità, come l'attività solare, ENSO, aerosol vulcanici, per cui siamo in grado di dimostrare che il riscaldamento globale non si è  fermato. Infine un articolo pubblicato su Nature "Retrospective prediction of the global warming slowdown in the past decade", suggerisce che il rallentamento del riscaldamento globale nella superficie terrestre degli ultimi 10 anni è causato dal fatto che gli oceani hanno assorbito il 65% dell'energia in eccesso nei primi 700 metri, questo è coerente con il 97% degli studi che confermano il riscaldamento in atto, in pratica è avvenuto un trasferimento dell'accumulo di calore, dalla Terra agli oceani: Atlantico e Pacifico.
    Un nuovo studio mostra che le temperature registrate nel corso degli ultimi 15 anni sono ancora in aumento.Il problema, dicono gli autori di uno studio citato in questo articolo "Yeah, About That Global Warming “Pause” …" è che la temperatura media della superficie terrestre è stata calcolata sulla base di dati incompleti, trascurando alcune regioni come l'Africa, l'Artico e Antartide. Le latitudini più settentrionali, in media, si stanno riscaldando più velocemente rispetto ad altre aree del pianeta dalla fine del 1990, quindi la temperature media globale, se si escludono queste regioni, risulta più fresca di quanto dovrebbe essere realmente. Quindi queste nuove tecniche dimostrano che l'aumento della temperatura globale non si è arrestato. Nel complesso la Terra si sta riscaldando 2,5 volte più velocemente dal 1997, rispetto ai dati precedentemente indicati. Per essere chiari, il riscaldamento negli ultimi anni ha rallentato un po' rispetto a qualche anno prima, ma non così tanto come è stato in precedenza affermato, e sappiamo che la maggior parte di quel calore comunque é stato immagazzinato negli oceani. Gli scienziati della NASA affermano che il 2013 il 2009 e il 2006, sono al settimo posto nella classifica degli anni più caldo registrati dal 1880, questo dato conferma la tendenza a lungo termine di un aumento delle temperature globali.  Con l'eccezione del 1998, i 10 anni più caldi dei 134, sono stati registrati a partire dal 2000, con il 2010 e il 2005 che rappresentano gli anni più caldi mai registrati. Il confronto mostra come la Terra continua a registrare temperature più elevate rispetto a quelle misurate diversi decenni fa. Il Goddard Institute  for Space Studies (GISS) di New York, che analizza la temperatura della superficie terrestre in modo continuativo, ha pubblicato martedì 21 Gennaio 2014 una relazione aggiornata sulle temperature registrate in tutto il mondo nel 2013: "Long-term global warming trend sustained in 2013." Ka-Kit Tung, uno scienziato atmosferico che lavora presso l'Università di Washington a Seattle, afferma che il riscaldamento globale non si è arrestato, e questo apparente rallentamento nell'aumento delle temperatura media globale dalla fine del 1990 che stiamo osservando, può essere dovuto ai cambiamenti dei modelli di circolazione verificatisi a Nord e a Sud dell'oceano Atlantico. Questi modelli di circolazione creano le condizioni per trasportare le acque tropicali riscaldate dal Sole nelle alte latitudini, dove in seguito affondano e scorrono indietro verso l'Equatore. Secondo Tung, dal 1970 al 1990, questo moto è stato relativamente lento, agevolando in tal modo la permanenza dell'acqua calda in superficie abbastanza a lungo da cedere gran parte del suo calore all'atmosfera, contribuendo così al rapido riscaldamento globale. Tuttavia, attorno al 1999, le correnti hanno accelerato il loro moto, immettendo acqua relativamente calda nelle profondità dell'oceano. Questo è stato sufficiente, secondo Tung e il suo co-autore Xianyao Chen, un oceanografo dell'Università cinese di Qingdao, a spiegare perché la temperatura del mare e della superficie terrestre sembrava si fosse stabilizzata nell'anno caldo anomalo del 1998.  Lo studio pubblicato su Science 'Varying planetary heat sink led to global-warming slowdown and acceleration'  è stato citato in articolo apparso il 21 Agosto 2014 su Nature. Un articolo pubblicato su RealClimate "Recent global warming trends: significant or paused or what?" nel Dicembre del 2014 spiega come in effetti non esiste nessuna pausa. Su Wikipedia, c'è una pagina dedicata alla presunta pausa del Riscaldamento Globale "Global warming hiatus", in cui vengono argomentati tutti gli studi che mostrano la causa della stabilità della T. osservata a livello globale Uno nuovo studio Thomas R. Karl et al., (2015) pubblicato su Science, suggerisce che i dati del 2013 che mostravano (in apparenza), un rallentamento del Riscaldamento Globale dal 1998, non sono corretti, in quanto, secondo una nuova analisi, sono state rilevate delle fonti di distorsione e/o errori, che, una volta eliminati, hanno indicato non un 'rallentamento' ma un'accelerazione.

    La missione IceBridge della NASA fornisce una nuova mappa dettagliata dell'Antartide

     
    L'immagine a sinistra mostra la supericie esterna ghiacciata dell'Antartide, quella a destra la roccia sottostante. Le immagini sono delimitate da una linea verticale a scomparsa, dove, con un effetto 'tendina' é possibile osservare entrambe le mappe.
    La missione IceBridge della NASA sta contribuendo a determinare con una maggiore precisione la nuova mappa dell'Antartide: 06.04.13 - 'NASA's IceBridge Mission Contributes to New Map of Antarctica'.

    lunedì 3 giugno 2013

    La variegata fauna di vertebrati marini del Campaniano inferiore del bacino di Kristianstad in Svezia

    Al centro è raffigurato il mosasauro Tylosaurus e in basso a sinistra un piccolo plesiosauro polycotylid, dove dei belemniti inseguono degli ammoniti Pachydiscus. Nell'angolo in alto a sinistra si immerge nell'acqua l'uccello acquatico Hesperornis a caccia di pesci ossei, sulla destra vediamo il plesiosauro Scanisaurus a fianco di due squali e una tartaruga marina (illustrazione da Stefan Sølberg).
    Durante il Campaniano superiore, una fauna diversificata di vertebrati marini popolava le basse acque costiere del bacino del Kristianstad situato nella Svezia meridionale.

    domenica 2 giugno 2013

    Nuovi Modelli Climatici indicano che il Riscaldamento Globale modificherà la frequenza delle precipitazioni

    Proiezioni degli impatti causati dai cambiamenti climatici nelle principali regioni d'Europa. Riferimento: European Environmental Agency - Key observed and projected climate change and impacts for the main regions in Europe.
     
    Questa mappa mostra i danni e i decessi causati dalle inondazioni e dalle frane verificatesi in determinate zone d'Europa nel Giugno 2013.
     
    Le simulazioni che rappresentano un periodo di 140 anni dimostrano che il riscaldamento causato dall'anidride carbonica cambierà la frequenza delle precipitazioni. Le regioni del pianeta in cui non si avranno precipitazioni sono colorate in marrone, quelle con precipitazioni moderate in nocciola chiaro, infine quelle con precipitaioni intense sono evidenziate in blu. Riferimento: NASA Goddard Space Flight Center Scientific - Visualization Studio. Riferimento e video: NASA Study Projects Warming-Driven Changes in Global Rainfall. 
    Lo studio dimostra per la prima volta come l'aumento delle concentrazioni del biossido di carbonio atmosferico potrebbe influenzare le precipitazioni sulla Terra. Come é avvenuto in Europa nel maggio e nel giugno del 2013, dove dal 1980 si é registrato un aumento dei costi causati dalle inondazione e dalle tempeste determinati principalmente da un uso sregolato del territorio e dall'aumento della popolazione, tuttavia, questi eventi catastrofici, secondo un'articolo dal titolo 'Flood risk in Europe: the long-term outlook' che riporta la European Environment Agency, si intensificheranno per l'aumento progressivo delle temperature.

    L'antica Pangea delimitata dai confini geopolitici contemporanei

     Geopolitical Pangea di Massimo Pietrobon. Here's what Pangea looks like mapped with modern political borders by Robert T. Gonzalez.

    sabato 1 giugno 2013

    I venti

    Scala Beaufort
    Le differenze di pressione atmosferica che si registrano tra zone diverse della superficie terrestre sono responsabili della formazione dei venti.